lunedì 17 settembre 2012

611

Busso, piccoli colpetti leggeri, mentre faccio l'occhiolino alla donna che sta pulendo la stanza successiva.
"E' aperto, entra".
La camera è semibuia, come piace a me, lui mi viene incontro: ci guardiamo, sorriso, abbraccio e sterile bacetto sulla guancia. Lui richiude la porta alle mie spalle e io penso "zero pensieri, zero problemi".
Avanzo, poggio la mia borsa sul letto, sfilo gli occhiali, levo l'orologio, via le scarpe: oddio.. come stessi a casa mia.
Mi giro lo guardo: si sei bello, ed è giusto che tu che mi farai provare dolore e piacere sia bello, la mia vista pure deve essere appagata.
E..
Lui si stende ancora vestito nel letto, io sto in piedi dall'altro lato, mi guarda, alza un braccio e mi tende la mano: gliela prendo, lui mi tira a sè. Mi stendo fianco a lui, lui mi abbraccia e fa "che settimana pesante" io gli rispondo "come sempre, si vive". Lui mi guarda, sorride e mi fissa con quei suoi occhi.
Gli passo un dito su quel pezzettino di pelle che spunta tra la cinta dei pantaloni e la maglia, sento che freme sotto e allora ripasso nuovamente, stavolta incidendo un po' con l'unghia.
Lo guardo ma la penombra della stanza ha trasformato il suo sguardo brillante in due antri bui e cavernosi.
Avvicino il mio viso al suo, perché io devo vedere il suo sguardo: devo capire se e come faccio effetto.
Ci baciamo, baci dolci.
Gli dico "ora tieni la bocca chiusa" e con la punta della lingua lecco le sue labbra, insinuando un po' ma non aprendogliele. Prendo il suo labbro inferiore e glielo succhio un po, piano delicatamente, mentre con le mani continuo ad accarezzargli la pelle, avanzando sotto la maglia, risalendo fino al torace e stuzzicandogli i capezzoli con le dita. Mi fermo, scosto il viso, gli sfilo la maglia e mi metto seduta cavalcioni sopra di lui.
Gli bacio la pelle, dalla pancia fino al collo: tanti piccoli baci, mentre con le mani gli afferro i polsi e gli blocco le braccia sopra la sua testa.
Gli passo la lingua umida sul collo, vicino l'orecchio e intanto sento il suo corpo che si tende, si muove sotto di me. Metto le mie gambe sotto le sue e col corpo avanzo, in modo da spingere in alto le sue gambe allargate e i nostri sessi, ancora vestiti, si incontrano.
Lui "che fai..mi scopi te?" e io "perché non si può?"  e lui "tutto si può"
Non termina la frase che con una mossa veloce mi disarciona, mi ritrovo a pancia in su bloccata con lui sopra me che mi dice "ma così è ancora meglio", e mi morde il seno sinistro da sopra la canotta e poi me la sfila. Mi sfila i pantaloni. resto coll'intimo: corsetto e perizoma, nero. Lui "uhm..bello..mi piace" io.. sorrido compiaciuta. Mi giro, gli sfilo i suoi di pantaloni, guardo il suo corpo: mi piace. Gli lecco un piede, poi l'altro. Risalgo le sue gambe, lentamente, con la bocca, arrivo all'inguine, lo sfioro con le labbra, lui mi sfiora la testa con le mani, alzo lo sguardo e ..eccola..sta facendo capolino la sua perdizione.. ma non come dico io ancora. Quindi vado oltre, gli bacio e succhio i capezzoli, gli lecco le ascelle, lo mordo nei suoi incavi, finchè lui prende il mio viso tra le sue mani e mi bacia. Un bacio lungo, duro, da affamato. Mi fa rotolare sulla schiena, mi sfila il perizoma e io non posso più nascondere la mia eccitazione da quanto sono bagnata. Mi infila due dita e mi bacia. Sto zitta. Mi infila un altro dito e dentro prego"di più di più" . Preghiera esaudita: quattro dita, le spinge e intanto mi morsica i seni, i capezzoli e li succhia. E' il tutto ed è il niente in me. Sparisce tutto: il mio mondo concentrato nella sua mano. Le mie urla mi rendono quasi impossibile sentire lui che mi dice "basta?" e io che rispondo "no, ancora". E vedo il suo braccio che pistona tra le mie gambe, rovescio la testa indietro e ne esce un urlo: dolore, finalmente solo e unico e piacevole dolore...
(to be continued)

4 commenti:

  1. Quando son spettatore.... non posso che dire, che ti riconosco in ciò che scrivi.

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  2. Marco.. non dire nulla: riempiamo le mani. Nostre ;)

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  3. Risposte
    1. Michele non so se sono riuscita a trasmettere appieno quello che ho vissuto quel pomeriggio, grazie.

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