martedì 25 settembre 2012

Storia di una ragazza tra tante

Con un gesto di stizza si toglie per l’ennesima volta il ciuffo di capelli che le ricade in fronte. E’ arrabbiata col mondo, è arrabbiata con se stessa. Voglia di scappare e di fuggire da tutto e da tutti. Ma più su tutte non ne può più di 
quel nome assurdo che da ventisette anni si porta appresso. Non capisce il senso di questo nome. Un tempo le sembrava un nome non da tutte, come dicevano i suoi. Certo! C’ha pensato poi la gente a farle capire che non tutte avrebbero voluto un nome così. Non si ricorda se questo è stato uno dei fattori determinanti per la rottura tra lei e i suoi, perché di cause o motivi è capace a trovarne sempre. Le parte un guizzo quando ha voglia di litigare, come quando sta in un camerino a provarsi l’ennesimo capo che poi mai comprerà: però non sa mai resistere, che si sofferma alla vetrina, guarda, pensa e attende lo stimolo giusto. Persino oggi, quando col dito sta sofferma a pagina 354 sulla ricetta della polenta, sa che la leggerà un paio di volte, sa che mai la cucinerà. A volte è arida dentro e allora si allontana da tutto e da tutti, prende quello che a suo avviso non deve far parte della sua vita e rinchiude tutto il brutto in una torre, mentre lei resta fuori libera. Ecco chi è Quaresima: una che ancora non sa che vuole dagli altri, che da se stessa ha avuto e avrà ancora molto.


(LaAli)


racconto tra immaginazione e vissuto, seguendo parole fisse..
(Polenta Quaresima Rottura Stimolo Torre)

mercoledì 19 settembre 2012

Kee-way, Lucertola, Monopoli, Nettare, Orologio...

M’aveva detto che una come me non l’aveva mai conosciuta, che le sensazioni gli io gli davo non le aveva mai provate con nessun’altra. E io gli avevo creduto. Perché? Semplice .. Avevo bisogno di crederci, avevo bisogno di essere, di vivere, di essere sua. O di essere di qualcuno. M’ha insegnato che l’orologio che porto al polso non ticchetta solo il passare dei secondi, no: scandisce gli attimi della mia attesa mentre mi tiene chiusa nella stanzetta adibita a guardaroba, seminuda, ovvero vestita del mio solo intimo. Quando è benevolo nei miei confronti mi lascia indossare il corsetto: mi piace, mi fa sentire speciale. Una bambola speciale. Poi mi chiama, sento la sua voce oltre la porta chiusa, esco e lo trovo nel corridoio, regge il mano quel logoro kee-way rosso e so già che vuole: lo devo prendere, indossare uscire per una via di Monopoli e bussare alla porta di quel tipo sconosciuto, “lo riconoscerai dalla lucertola tatuata sull’avambraccio”. So che devo farlo. Perché poi avrò la mia ricompensa: me stesa sul suo letto, a pancia in giù polsi legati, faccia schiacciata sul cuscino e loro due dietro che trarranno ogni piacere dal mio corpo. Un mio solo inespresso desiderio: voglio alienarmi nel mio dolore, perdermi nell’abisso del piacere e non ultimo voglio dare a loro il mio nettare, mio umile dono.


racconto tra realtà e immaginazione, con parole fisse...

LaAli

lunedì 17 settembre 2012

611

Busso, piccoli colpetti leggeri, mentre faccio l'occhiolino alla donna che sta pulendo la stanza successiva.
"E' aperto, entra".
La camera è semibuia, come piace a me, lui mi viene incontro: ci guardiamo, sorriso, abbraccio e sterile bacetto sulla guancia. Lui richiude la porta alle mie spalle e io penso "zero pensieri, zero problemi".
Avanzo, poggio la mia borsa sul letto, sfilo gli occhiali, levo l'orologio, via le scarpe: oddio.. come stessi a casa mia.
Mi giro lo guardo: si sei bello, ed è giusto che tu che mi farai provare dolore e piacere sia bello, la mia vista pure deve essere appagata.
E..
Lui si stende ancora vestito nel letto, io sto in piedi dall'altro lato, mi guarda, alza un braccio e mi tende la mano: gliela prendo, lui mi tira a sè. Mi stendo fianco a lui, lui mi abbraccia e fa "che settimana pesante" io gli rispondo "come sempre, si vive". Lui mi guarda, sorride e mi fissa con quei suoi occhi.
Gli passo un dito su quel pezzettino di pelle che spunta tra la cinta dei pantaloni e la maglia, sento che freme sotto e allora ripasso nuovamente, stavolta incidendo un po' con l'unghia.
Lo guardo ma la penombra della stanza ha trasformato il suo sguardo brillante in due antri bui e cavernosi.
Avvicino il mio viso al suo, perché io devo vedere il suo sguardo: devo capire se e come faccio effetto.
Ci baciamo, baci dolci.
Gli dico "ora tieni la bocca chiusa" e con la punta della lingua lecco le sue labbra, insinuando un po' ma non aprendogliele. Prendo il suo labbro inferiore e glielo succhio un po, piano delicatamente, mentre con le mani continuo ad accarezzargli la pelle, avanzando sotto la maglia, risalendo fino al torace e stuzzicandogli i capezzoli con le dita. Mi fermo, scosto il viso, gli sfilo la maglia e mi metto seduta cavalcioni sopra di lui.
Gli bacio la pelle, dalla pancia fino al collo: tanti piccoli baci, mentre con le mani gli afferro i polsi e gli blocco le braccia sopra la sua testa.
Gli passo la lingua umida sul collo, vicino l'orecchio e intanto sento il suo corpo che si tende, si muove sotto di me. Metto le mie gambe sotto le sue e col corpo avanzo, in modo da spingere in alto le sue gambe allargate e i nostri sessi, ancora vestiti, si incontrano.
Lui "che fai..mi scopi te?" e io "perché non si può?"  e lui "tutto si può"
Non termina la frase che con una mossa veloce mi disarciona, mi ritrovo a pancia in su bloccata con lui sopra me che mi dice "ma così è ancora meglio", e mi morde il seno sinistro da sopra la canotta e poi me la sfila. Mi sfila i pantaloni. resto coll'intimo: corsetto e perizoma, nero. Lui "uhm..bello..mi piace" io.. sorrido compiaciuta. Mi giro, gli sfilo i suoi di pantaloni, guardo il suo corpo: mi piace. Gli lecco un piede, poi l'altro. Risalgo le sue gambe, lentamente, con la bocca, arrivo all'inguine, lo sfioro con le labbra, lui mi sfiora la testa con le mani, alzo lo sguardo e ..eccola..sta facendo capolino la sua perdizione.. ma non come dico io ancora. Quindi vado oltre, gli bacio e succhio i capezzoli, gli lecco le ascelle, lo mordo nei suoi incavi, finchè lui prende il mio viso tra le sue mani e mi bacia. Un bacio lungo, duro, da affamato. Mi fa rotolare sulla schiena, mi sfila il perizoma e io non posso più nascondere la mia eccitazione da quanto sono bagnata. Mi infila due dita e mi bacia. Sto zitta. Mi infila un altro dito e dentro prego"di più di più" . Preghiera esaudita: quattro dita, le spinge e intanto mi morsica i seni, i capezzoli e li succhia. E' il tutto ed è il niente in me. Sparisce tutto: il mio mondo concentrato nella sua mano. Le mie urla mi rendono quasi impossibile sentire lui che mi dice "basta?" e io che rispondo "no, ancora". E vedo il suo braccio che pistona tra le mie gambe, rovescio la testa indietro e ne esce un urlo: dolore, finalmente solo e unico e piacevole dolore...
(to be continued)

martedì 11 settembre 2012

Domande dal passato...

Non sempre, anzi raramente faccio arrivare le conversazioni al punto che il mio interlocutore possa chiedermi....
"Perchè?" specialmente se si sta parlando di me.
Ma c'è chi può e giustamente lo fa e gliene sono grato.
Mi chiese: "Perchè lo hai fatto?"
Ad esser sincero ho dovuto pensarci. Un po per gli anni che son passati, un po perchè spesso faccio (facevo) le cose sul momento con pochi pensieri e poche domande.
Perchè.....
Perchè era un modo per uscire da un appiattimento interiore galoppante....
Perchè inizialmente era intrigante....
Perchè per un breve periodo è stato sotto certi aspetti gratificante (durato poco)...
Perchè esser pagati per un cosa che tu faresti ugualmente e gratis è.... curioso...
Perchè non son nato ricco ne lo sono diventato...... ed i soldi servono sempre (anche se quelli li ho bruciati in cavolate)...
Perchè se non ti conosco, non ho condiviso praticamente nulla con "te" e tu vuoi qualcosa da me, mi cerchi per averla... beh giusto che paghi... se proprio lo vuoi....
Questi in modo molto sintetico son i motivi, sono i perchè.
C'è però una cosa che ancora oggi mi chiedo e che proprio non riesco a capire (prego chi mi volesse illuminare faccia pure....), non riesco a mettermi ad immedesimarmi dall'altra parte.
Non riesco a capire (togliendo rari casi....) perchè pagare (e delle volte anche tanto) per fare del sesso, che sia esso reale o virtuale...
La mia non vuol essere una critica... non sto giudicando... è proprio che non capisco e la mia curiosità mi spinge a voler capire.... 
Io so perchè non pagherei..... ma non perchè c'è chi paga.


Quindi ora velo chiedo io.... Perchè?




Do you wanna play with me ?











venerdì 7 settembre 2012

Telefono

"Lo devi fare .. devi dimostrarmelo..che solo così mi fai contento... accontentarsi è adagiarsi... il tuo dolore è il mio piacere"
Si
Prossime 48 ore, incrinerò ancora di più la mia vita e non riesco a impormi di non farlo.
A lunedì.

giovedì 6 settembre 2012

E oggi...volo.

Trovo sempre meno persone che possano capire quanto io sto bene .. in quel che mi racconto e in quel che dico. Di me stessa.
Oggi è un giorno difficile.
Perché non riesco a portare la mia mano, al mio collo, a togliere il suo collare.
Perché col suo guinzaglio .. io provo il mio piacere.
Ma collare e guinzaglio, cessati i giochi, continuano a esserci, nella mia testa, con le sue telefonate, con le sue richieste.
E io sprofondo, mi perdo nei miei giri mentali. Assurdi.
Fatti di semplice richieste con risposte contorte.
Perché lui sta così piantato e radicato .. e oggi è un gran, lungo giorno difficile.

Oggi niente racconti di sessioni sessuali. No
Oggi ..volo.