Si sistema l’orologio al
poso destro, con una precisione quasi maniacale: si innervosisce quando gli
scivola sotto il polso. Tamburella per l’ennesima volta le dita sul ripiano
logoro della scrivania: retrocesso. Una parola che mai e poi mai avrebbe pensato
di potere associare a sé, alla sua carriera. E intanto si sente vuoto dentro:
colmo solo di ansia e di amarezza. Quando era entrato a far parte dell’unità di
lavoro aveva sognato, sentiva che era la sua occasione per fare passi da
giganti, lasciare la fogna sociale in cui era stato relegato fin dalla nascita.
Lasciare lo Yemen e inseguire tracce che stavano diventando sempre meno
precise. Guarda con disgusto la scatola del take away dove il wasabi molle
rappresenta degnamente il suo stato d’animo. Si chiede ora a che pro tutte
quelle ore a esaminare dossier che anziché fornirgli luce nei pensieri bui generavano
x-files e segreti inaccessibili.
“sei ancora qua?” .. si
volta a tre quarti, con lo sguardo intercetta la sagoma che sta alle sue spalle
e un motto di stizza lo pervade. Sente calore al collo, stringe i pugni col
desiderio che resterà inespresso di scagliarne uno sulla faccia di colui che l’ha
tradito, che lo ha reso merce di scambio per avanzare di carriera e ingraziarsi
la simpatia del comandante.
“no Zio.. ora vado e non
torno più"
Facile sentirsi traditi..... quando si è stati usati ;)
RispondiEliminaIn fondo è come dici te.
RispondiEliminaMa questo è solo un aborto letterario.
..
Tornando a noi...che cazzate devo evitare di fare?